lunedì 26 novembre 2018

DJI RYZE TELLO : componenti al top per un quadricottero dal software scricchiolante.


Che DJI sia leader indiscusso del mercato dei droni non è una novità. Mavic, Spark e Phantom si sono guadagnati nel tempo la fama di quadricotteri tuttofare con una indiscutibile qualità costruttiva e riprese sempre di alto livello. Da qualche tempo è però disponibile sul mercato anche il piccolo Tello che, pur essendo un ibrido tra DJI, Intel e Ryze mantiene comunque immutate le doti costruttive e di volo. Un telaio robusto ma leggero e una batteria capiente da 1100mAh ne fanno un giocattolino che a prima vista lascia perplessi riguardo alle sue capacità in volo.

Perplessità che hanno però vita breve, perchè basta davvero poco per capire quanto questo Tello sia stabile e semplice da usare una volta decollato, anzi una volta configurato. Proprio così, se molti piloti di droni temono decollo ed atterraggio, qui i timori sono ben altri, perchè la nota dolente è rappresentata da un software che per android rasenta il peggio del peggio. La configurazione non richiede abilità ma fortuna data l'instabilità dell'applicazione che sembra funzionare quasi casualmente. Impossibile l'utilizzo su android 9, mediocre su android 8.1 o 8.0. Discorso opposto invece per la controparte IOS che oltre ad avere una connessione wifi più stabile ha anche una semplicità nella configurazione sconosciuta ad android. Su iPhone 7 non ho avuto nessun problema o bug, tutto ha funzionato alla perfezione fin dal primo momento. Il mio consiglio è scaricare gratis o a pagamento un'applicazione di volo alternativa come ad esempio aTello pilot disponibile sul play store android, che permette in pochi semplici passi di avere tutto sotto controllo comprese le diverse modalità di volo.

Eh già, il Tello infatti grazie al software sviluppato da Intel può contare su numerose funzioni altrimenti riservate ai fratelli più grandi. Tra queste decollo e atterraggio automatico, ripresa a 360°, ripresa con allontanamento dal punto prefissato che rimane come punto d'osservazione, ripresa orbitale ed altre configurabili manualmente in base alle proprie esigenze, come ad esempio follow me ( il drone segue i movimenti del soggetto o ne identifica il volto per seguirlo sempre dalla stessa distanza) disponibile solo con app di terze parti come aTello di cui ho parlato prima.

Nonostante sia un peso piuma in volo Tello è molto più stabile di droni con dimensioni superiori merito dei due sensori ottici posizionati sotto la batteria che analizzano in tempo reale e fino a 30m di altezza il terreno sottostante permettendo così al quadricottero di rimanere sempre stabile e ben manovrabile.

I 30 metri di altezza sono il limite massimo raggiungibile oltre il quale i sistemi visivi perderebbero efficacia e quindi sicurezza, ma fidatevi che questa è un'altezza sufficiente a fare belle riprese con un giocattolino del genere. Ricordatevi però che il vento non è un alleato durante il volo e che Tello essendo un peso piuma ostacola le folate con non poca difficoltà e non è detto che riesca a resistere a raffiche più intense, ma parliamo di condizioni in cui probabilmente l'utente medio non farebbe decollare neanche un Phantom decisamente più pesante.

Unico grave difetto secondo me è la mancanza di uno slot micro sd per registrare il video direttamente sul drone senza compromettere la qualità generale della ripresa. Il video infatti viene salvato direttamente sullo smartphone al quale il Tello è connesso, ma ciò crea non poche problematiche in termini di qualità perchè il segnale video non risulta sempre pulito e stabile. Ecco perchè vi consiglio di acquistare ad una modica cifra il wifi extender di Xiaomi (link amazon )che potenzia notevolmente il segnale wifi del Tello e di conseguenza aumenta anche la qualità video. Così infatti ottenere una ripresa al massimo della qualità ovvero 720p sarà un gioco da ragazzi, e a beneficiarne saranno anche manovrabilità e frame rate. Se poi volete trasformare il Tello in qualcosa di più "professionale" fa al caso vostro il Gamesir T1 , un controller di ottima qualità che collegandosi allo smartphone via bluetooth permette di pilotare il drone con più precisione e sicurezza senza rinunciare alla stabilità e alla reattività tipiche del Tello.

In conclusione questo piccolo DJI vale circa 90 euro? Secondo me si, ma se e solo se si è consapevoli del fatto che bisogna scendere a qualche compromesso per poterlo utilizzare al meglio ovvero acquistare il wifi extender e dotarsi di una applicazione valida. Voi avete già provato questo piccolo top di gamma o avete dirottato la vostra attenzione altrove? Fatemelo sapere nei commenti.

Link Utili:
Gamesir T1 bluetooth specifico per Tello: https://amzn.to/2DZylMd
Xiaomi Extender Wifi: https://amzn.to/2P5Uw4e
DJI Tello : https://amzn.to/2E0AQh2
Custodia Tello comprensiva di alloggio per Controller: https://amzn.to/2zsWNlc
Batteria DJI Tello: https://amzn.to/2BzoFWp
Eliche nere per DJI Tello : https://amzn.to/2Bxlzlo
Eliche colorate per DJI Tello: https://amzn.to/2DKPpo7
Proteggi eliche per DJI Tello : https://amzn.to/2DNJvT4
Guscio protettivo per DJI Tello: https://amzn.to/2ByrYgk



domenica 18 novembre 2018

Xiaomi Mi Drone 4k : un breve volo a Cenate Sotto (BG)

Ciao a tutti, il primo video ha visto protagonista lo Xiaomi Mi Drone 4K nei cieli di Desenzano del Garda. Oggi invece vorrei mostrarvi un volo più breve in termini di minutaggio ma con uno scenario più frastagliato e in condizioni ambientali diversi. La location delle riprese è Cenate Sotto in provincia di Bergamo. Non vi anticipo nulla, vi lascio il link e vi auguro buona visione.






giovedì 8 novembre 2018

Xiaomi Mi Drone 4k :unboxing e prime impressioni del drone low cost di alta qualità

Qualche settimana, invogliato dalla dirompente passione verso il mondo dei droni, ho acquistato uno Xiaomi Mi Drone 4k su un noto store online ad una cifra leggermente superiore ai 350 euro. State pensando che si tratti di una cifra folle? Beh come darvi torto, ho avuto la stessa sensazione e non vi nego che più di una volta stavo desistendo dal procedere all'acquisto; poi però ho riflettuto su ciò che il mercato offriva in questo settore e mi sono reso conto che difficilmente avrei portato a casa un prodotto così raffinato ad un prezzo inferiore. I competitor più blasonati si assestano su cifre decisamente superiori, e sotto i 400 euro tutti gli altri quadricotteri mi davano l'impressione di essere poco più che giocattoli. Così ho optato per lui incoraggiato dai pareri positivi di appassionati più esperti di me e dalla serietà di Xiaomi , azienda della quale ho già posseduto diversi dispositivi tra smartphone e wearable.

UNBOXING: Ho acquistato il drone direttamente in Cina , per la precisione l'ho preso su Banggood che qualche tempo fa aveva ottime offerte in questo settore. Il risparmio è garantito ma per contro ho atteso all'incirca 20 giorni che alla luce della moderna dominazione in campo trasporti di Amazon Prime potrebbe far storcere il naso a molti. Inutile dire che la confezione era curata nei minimi particolari con imballaggi solidi e resistenti che hanno permesso alla scatola del drone di arrivare sana e salva. La cura con cui sono disposti gli accessori e il drone stesso merita un plauso; è proprio vero che Xiaomi sotto molti aspetti ricorda una Apple orientale. Ogni alloggiamento contiene uno specifico oggetto e il drone è decisamente stabile. Come spesso accade in questi casi le eliche non sono montate sul drone, ma bastano pochi secondi per capire il meccanismo (associazione colore con colore) e il gioco è fatto. Stesso discorso dicasi anche per la videocamera in 4k che tramite una slitta ed un incastro va posizionata sulla "pancia" del Mi Drone. A primo impatto tutti i materiali e gli accessori mi sembrano di qualità. Il telecomando ad esempio è rivestito ai lati da una comoda gomma antiscivolo e la slitta per alloggiare lo smartphone ispira solidità. Non è da meno il caricabatterie con un simpatico cappuccio di protezione per le parti elettroniche che ho gradito particolarmente perchè evita ingressi accidentali di polvere o acqua.


CONFIGURAZIONE: questa parte della recensione è la più complicata e forse anche la più lunga. Quindi la mia idea è quella di raccontarvi un pò la mia esperienza e poi in futuro spiegarvi meglio il tutto magari allegandovi un tutorial video comprensivo di configurazione e modalità di volo. Il collegamento drone telecomando è semplicissimo. La sequenza d'accensione è la
seguente: Telecomando, Drone , collegamento telecomando allo smartphone via USB o via WIFI. Ho avuto modo di provare entrambi i collegamenti, sia wifi che usb e non vi nego che l'usb è più stabile e a ha un range d'utilizzo a mio avviso superiore, ecco perchè lo preferisco in ogni volo. L'applicazione denominata Mi Drone (scaricabile per Ios e Android dai relativi store) guida passo passo l'utente in ogni configurazione , ma ci tengo a ricordarvi che in uno dei passaggi (indispensabile con collegamento USB) vi sarà chiesto di attivare l'hotspot USB che essendo poco chiaro da trovare potrebbe creare qualche intoppo. La mia esperienza è iniziata con un tentativo di collegamento tra Pixel 2xl e applicazione: tentativo miseramente fallito a causa di una totale incompatibilità dell'applicazione con android 9.0 Pie. Per fortuna qualche giorno fa il problema è stato risolto perchè è arrivato un aggiornamento dell'applicazione che la rende compatibile anche con il nuovo sistema operativo. Nessun problema invece con Ios (nello specifico Iphone 8) e con Android 8.0/8.1  e compagnia bella. L'applicazione non va mai in crash, è stabilissima, ben fatta, con comandi e informazioni di volo semplici da capire e con una trasmissione streaming di alto livello che permette davvero di avere tutto sotto controllo in tempo reale perchè raramente ho notato ritardi video o perdita di frame. Chiaramente un comodo indicatore ci segnala la forza del segnale RC e video. Quando si sta per perdere il segnale video ( a me non è mai successo sotto i 1100m) la qualità della trasmissione streaming ne risente perdendo qualità, ma il segnale RC rimane sempre molto potente e stabile.

PRIMO VOLO: una volta configurato il tutto e sistemate batteria e videocamera il quadricottero è pronto a spiccare il volo. Non vi nego che ho avuto qualche perplessità all'inizio perchè temevo che fosse piuttosto complicato da utilizzare ( venivo da un Drocon Mji Bugs 3 senza GPS) e invece no. Fin dai primi momenti la confidenza è stata massima, complice il GPS e il sistema visivo che anche con vento garantiscono allo Xiaomi una stabilità eccezionale. Ogni comando è semplice e ben calibrato, ci si può dimenticare del contatto visivo con il drone quasi subito tanto è fedele e precisa la trasmissione in streaming.  Non ho avuto modo di provare tante funzioni perchè ho preferito pilotarlo in manuale per capire il suo comportamento, ma in futuro testerò al meglio ogni impostazione di volo. Per adesso posso dirvi che il Return to Home attivabile sia dallo smartphone e dal telecomando è estremamente comodo e preciso; avevo pochi metri per atterrare ma il GPS lo ha riportato esattamente nel punto di decollo. Peccato non abbia sistemi di assistenza avanzati come la segnalazione di ostacoli e il loro superamento senza collisioni, ma è il prezzo da pagare per non pagare un prezzo alto , concedetemi il gioco di parole.  Il telecomando si rivela di ottima qualità, comodo, con pochi comandi ben disposti e due rotelline nella zona anteriore per regolare l'esposizione  e l'inclinazione della videocamera. Non mancano due pulsanti specifici per video e foto così da permettere al pilota senza staccare le mani di scattare foto, attivare o interrompere video o fotografare mentre si sta effettuando una ripresa ( questa foto però avrà una qualità inferiore rispetto a quella scattabile con la funzione specifica). Ultima ma non meno importante la batteria che con un volo di media potenza regge all'incirca 20/24 minuti, che non sono pochi considerando la durata della concorrenza.
CONCLUSIONI: Dunque, si sarà capito che a me questo Xiaomi Mi Drone 4 K piace parecchio. Lo trovo eccellente in ogni condizione. Le ripresi sono stabilissime, merito del gimball specifico con stabilizzazione a 4 assi e della videocamera di ottima qualità che permette di registrare in 4k a 30fps o in 2k a 60fps o a 1080p a 30, 60 e addirittura 100fps. I colori restituiti dall'unità sono fedeli e ben calibrati, dove pecca di automatismo può intervenire il pilota regolando a suo piacimento l'esposizione. Dettaglio, fluidità, colori e stabilità sono notevoli.




Ne consiglio l'acquisto a chi cerca qualcosa di performante ma non troppo costoso. E' necessario avere un minimo d'esperienza ma per il resto il quadricottero è davvero molto molto sincero.   Prossimamente vi aggiornerò con altre impressioni, nel frattempo vi allego il link del mio canale YOUTUBEdove potete vedere i video girati finora con il Mi Drone. A presto :)


martedì 6 novembre 2018

Interfono Blueskysea Freed Conn : qualità al giusto prezzo.

Spesso nelle mie avventure su due ruote ho sentito l'esigenza di comunicare con la mia zavorrina ma, come ogni motociclista sa, una volta in velocità (basta superare i 50km/h) ogni tentativo di conversazione viene soffiato via dai fruscii generati dal vento. Così , per non ritrovarmi troppo spesso in questa situazione ho cercato un interfono che potesse garantirmi sicurezza, comodità e funzionalità al giusto prezzo. Non ci ho messo troppo a trovare questo Blueskysea FreedConn, che ho prontamente acquistato invogliato dalle recensioni positive e dal prezzo contenuto.
UNBOXING:
Amazon come sempre non delude per velocità della spedizione e cura della confezione. I due interfoni arrivano all'interno di due scatoline bianche con chiusura magnetica, che, aprendosi a cofanetto rivelano l'interessante contenuto. All'interno della confezione troviamo anche i caricabatteria con relativi cavi (purtroppo specifici quindi difficilmente sostituibili con altri di prodotti elettronici differenti) e tutti gli adattatori del caso compresa una brugola per il fissaggio dell'interfono vero e proprio al casco. A tal proposito l'azienda è molto attenta alle esigenze del cliente e lo dimostra includendo nella confezione diversi accessori per diverse tipologie di montaggio. Abbiamo il classico adesivo 3M ma anche un adattatore che permette di fissare l'interfono al casco per incastro e chiusura tramite la brugola.

Confezione che racchiude il cofanetto magnetico

CONFIGURAZIONE:
Una volta fissato/montato l'interfono seguendo la guida in dotazione è il momento di procedere alla sua configurazione. L'accoppiamento tra i due interfoni è avvenuta quasi istantaneamente. E' stato necessario premere un paio di volte il pulsante di accensione e spegnimento (che con una pressione breve si comporta da multifunzione in fase di configurazione) ed il gioco è fatto. La procedura per accoppiare lo smartphone via bluetooth è un pò più lunga ma niente di complicato. E' infatti sufficiente all'accensione prolungare la pressione sul tasto fin quando i led rosso e blu iniziano a lampeggiare; da lì basta cercare T-COM durante la ricerca dispositivo dal vostro smartphone e la configurazione è completa. Tutte queste informazioni sono comunque spiegate alla perfezione nel manuale d'uso presente in confezione.



Interfono fissato sono con adattatore senza 3M. Nella foto precedente il fissaggio è con adesivo 3M in dotazione.


FUNZIONAMENTO:
Una volta in sella il prodotto si dimostra affidabile e ben fatto. i microfoni sono comodi e poco invasivi all'interno del casco, fino ai 130/140 km/h la qualità audio è ottima, poi causa fruscii perde gradualmente qualità. L'esecuzione di ogni funzione avviene in modo intuitivo, per attivare e disattivare la radio basta premere il tasto principale due volte velocemente, ruotando la ghiera si cambia stazione, tenendo la ghiera ruotata in avanti o indietro si agisce sul volume. Questo stesso tasto permette inoltre prolungando la pressione di telefonare l'ultimo numero che abbiamo o che ci ha contattato. Inutile dire che si presta benissimo all'utilizzo con i guanti e che permette, nel caso in cui altri amici siano in possesso dello stesso prodotto di fare conversazioni multiple con un raggio d'azione che va dai 500 ai 1000 metri. Non manca neanche l'interazione con eventuali mp3 o navigatori. Per esperienza posso inoltre confermare che resiste in modo impeccabile a pioggia o acqua in generale. Ma in tutto questo ci sono a mio avviso delle note negative; come dicevo prima non ho gradito particolarmente il cavetto di ricarica "particolare" e a dirla tutta alcuni materiali che compongono l'aggancio in velcro del microfono non sono di grande qualità ( ma per 80 euro temo sia difficile trovare di meglio). Ricordate però che se siete dei grandi chiacchieroni o dei veri viaggiatori vi conviene avere sempre con voi un powerbank e il cavetto di ricarica. Ho infatti verificato che dopo 5/6 ore di utilizzo intenso la batteria giunge al capolinea isolandoci sul più bello.
PRO --> Comodo, semplice da usare, interfacciabile con molti prodotti, buona qualità audio sotto i 120km/h.
CONTRO: materiali migliorabili, batteria non adatta all'uso intenso, qualità audio interfono oltre i 130km/h.

CONCLUSIONI; è un prodotto che mi sento di consigliare, rapporto qualità prezzo davvero buono, tante funzioni e comodità d'utilizzo assicurata. Non è sicuramente il migliore sul mercato ma se non siete dei viaggiatori di professione questo potrebbe fare al caso vostro.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se volete saperne di più porgetemi le vostre domande nei commenti e vi risponderò. Se avete gradito questa recensione lasciate un "utile" su Amazon e qualora foste interessati all'interfono vi lascio qui sotto il link d'acquisto. A presto.

                                              Interfono Blueskysea T-Com amazon

giovedì 5 gennaio 2017

Guida al montaggio dell'interfaccia USB/SD Electronicx per Alfa Romeo Giulietta

Ciao a tutti, qualche mese fa ho acquistato su Amazon un'interfaccia Usb per la mia auto (Alfa Romeo Giulietta). Prima di procedere è giusto dire che la mia Giulietta è sprovvista di qualsiasi sistema di intrattenimento, quindi scordatevi che questa interfaccia funzioni con Blu&me, Uconnect o sistemi simili. Infatti l'electronicx è compatibile solo con la radio di serie e i comandi al volante. Una volta fatta questa premessa posso procedere con "guida" vera e propria.

1° PARTE --> cosa serve.
I componenti che troverete nella confezione dell'interfaccia non sono molti, ne tanto meno complessi nel montaggio, ma è comunque richiesta una minima dose di manualità, quanto basta per svitare qualche vite e collegare qualche cavo. Prima di procedere quindi accertatevi di avere a portata di mano qualche cacciavite a stella, una chiave a brugola delle giuste dimensioni (potrebbero cambiare a seconda del modello e dell'anno di produzione) e un panno in microfibra o una qualunque pezzetta che permetterà di applicare più pressione in punti che altrimenti lascerebbero segni spiacevoli sulle mani.

2° PARTE --> rimozione fascione centrale.
Prima di rimuovere il fascione centrale è fondamentale regolare al meglio il piantone dello sterzo. Questo infatti vi permetterà di inserire la mano e il panno in microfibra con maggiore comodità anche se lo spazio in generale è scarso. Il mio consiglio personale è di iniziare da sinistra verso destra quindi dallo sterzo fino alla bocchetta del climatizzatore posta il prossimità dello sportello del passeggero. Una volta inserita la mano in un punto abbastanza "comodo" bisogna tirare il fascione all'indietro e quindi verso di noi finchè non si staccherà la prima clip.

Ecco il punto consigliato per iniziare la rimozione del fascione.


Da qui in poi le cose si complicano in quanto non tutte le Giulietta hanno la stessa configurazione "meccanica" per l'aggancio del fascione. Molte persone infatti hanno evidenziato la presenza di una vite/clip che si sgancia soltanto dal cassetto portaoggetti anteriore. Nel mio caso (Giulietta QV 2011) non c'è nulla, e molti mi hanno riferito che per loro è stato lo stesso. Nel caso in cui la vostra Giulietta dovesse avere questo ulteriore blocco, ve ne accorgerete nella fase finale della rimozione, ovvero in prossimità del sedile passeggero. In entrambi i casi le clip principali  sono ben agganciate quindi non vi preoccupate a tirare applicando una notevole forza. Inutile dirvi che nel caso in cui la vostra fosse dotata della vite, dovete individuarla e svitarla onde evitare di rompere la clip o la vite, quindi per voi il processo di rimozione sarà un po più delicato e la forza dovrà essere ben dosata per evitare danni.

3° PARTE --> rimozione radio e istallazione interfaccia.
Una volta rimosso il fascione centrale, la parte interna della radio (incluse le 4 viti che la tengono ben salda alla plancia) sarà ben visibile.
Ecco come apparirà la radio dopo la rimozione del fascione. In evidenza le viti da rimuovere.
E' quindi arrivato il momento di svitare le quattro viti e rimuovere delicatamente la radio al fine di evitare la disconnessione di antenna e cavetti vari.  Adesso la parte posteriore della radio sarà ben visibile, non resta che collegare l'interfaccia USB seguendo le indicazioni presenti nella guida. In realtà questo collegamento è più facile a farsi che a dirsi. Noterete infatti che alcuni spinotti della radio sono liberi. Questi infatti sono destinati al CD Charger optional del quale la Giulietta può essere dotata e che in questo caso verrò "rimpiazzato" dall'interfaccia USB. Accertatevi naturalmente che il senso di inserimento sia giusto altrimenti rischiate di compromettere la funzionalità del prodotto e sopratutto della radio in quanto rovinerete i pin.

Il retro della radio della giulietta sarà molto simile a questo. Non resta che inserire lo spinotto nel suo alloggio a sinistra.


4 PARTE --> posizionamento interfaccia e verifiche prima di rimontare il tutto.
Una volta collegato il tutto non vi resta che testare il corretto funzionamento dell'interfaccia. Il mio consiglio personale è di utilizzare una chiavetta usb con al massimo 8gb di memoria interna così da non richiedere troppo "sforzo" nella lettura all'interfaccia. Detto questo non vi resta che trovare l'alloggio più adatto all'interfaccia stessa. Nel mio caso non volevo forare il cassetto portaoggetti refrigerato davanti al passeggero e quindi ho optato per il cassettino posto sopra la radio in prossimità delle bocchette del clima. Ho infatti smontato quest'ultimo rimuovendo le viti presenti sotto il tappetino. Una volta rimosso quest'ultimo ho fatto un foro sul fondo delle dimensioni del cavo dell'interfaccia così da permettere il passaggio del solo cavo e l'istallazione successiva dell'interfaccia senza aver creato un foro di grandi dimensioni.

5° PARTE --> conclusioni.
L'interfaccia Electronicx si adatta bene alle caratteristiche della radio, ma non sempre la compatibilità è perfetta. Spesso infatti non trova/legge le cartelle o i file molti grandi, e la qualità audio seppur sempre ottima, richiede però un aumento del volume di almeno 5 unità. C'è però da dire che l'USB funziona bene e che non è necessario rinominare i file musicali in quanto il singolo raggruppamento nello scomparto principale ne assicura la lettura e la piena compatibilità con i tasti al volante. Mi sento di consigliare questo prodotto a chi necessità di una porta USB per riproduzione musicale ma senza troppe pretese in quanto alcune funzioni rimangono inutilizzate finchè non si trova un setup adeguato.
Per qualsiasi ulteriore informazione rimango a disposizione nei commenti, allego inoltre questo video su youtube dove in breve spiego il funzionamento del prodotto e vi lascio il mio link personale per l'acquisto su Amazon qualora foste interessanti.  Interfaccia USB Giulietta
Ciao a tutti a presto :)!!


mercoledì 21 dicembre 2016

Maratea mondo sommerso , 1° parte

Cernia bruna, Maratea (PZ)
Ciao a tutti, era da molto tempo che volevo pubblicare qualche video che avesse come argomento le mie riprese subacquee sui fondali di Maratea. Finalmente dopo aver ripreso tanto sono riuscito a pubblicare qualcosa. Non è un vero e proprio video, piuttosto la definirei una clip , o se volete una anticipazione dei video che seguiranno. Lo scopo di queste mie riprese è quello di dimostrare quante meraviglie sommerse si trovano a pochi passi dalle spiagge super affollate che siamo abituati a vedere d'estate e quindi incuriosire tutti coloro che hanno interesse a preservare ed ammirare tali meraviglie senza interferire in alcun modo con la loro sopravvivenza. Queste che mi mostrerò nel video sono riprese effettuate con una gopro che non ha in alcun modo creato danno alla fauna marina, che al contrario sembrava piuttosto interessata al riflesso delle videocamera stessa (come testimonia la cernia che passava a pochi cm dall'obiettivo). Vi lascio quindi al video, buona visione a tutti, a presto ....

mercoledì 9 marzo 2016

Museo storico Alfa Romeo 4° parte

Ciao a tutti, in questo nuovo post legato al Museo Alfa Romeo, vorrei parlarvi di qualche vettura particolare e maggiormente significativa. L'ultima vettura descritta è stata la 164, che seppur non recentissima è comunque piuttosto vicina ai giorni nostri. Non parlerò quindi, almeno per ora di vetture come la 166, o la 147 che seppur importanti per la storia del marchio sono alla portata di tutti e molto comuni per parlarne in dettaglio. Tra l'altro auto come la 147 non erano neanche presenti al Museo e quindi mi limiterò a parlare delle vetture presenti come ho fatto fino a questo momento.


1900 C52 DISCO VOLANTE



Nel 1952 Gioacchino Colombo progettò una delle vetture più particolari mai create: la "Disco Volante". La base di partenza è la 1900 Sprint anche se numerose sono le modifiche, che spaziano dal telaio tubolare al motore 1997 bialbero completamente riprogettato. Tutta la carrozzeria verrà realizzata da Touring, che dona alla vettura una forma schiacciata e rotondeggiante al fine di migliorare l'aerodinamica in qualsiasi condizione d'utilizzo. Quindi parte della progettazione vede il suo sviluppo nella galleria del vento, che conferma le sensazioni positive che gli ingegneri. Ma non tutto rappresenta un vantaggio: la stessa carrozzeria infatti , così curata aerodinamicamente, sporgeva lateralmente oltre il limite del passaruota, aumentando notevolmente la larghezza della vettura. Così nel giro di un anno la carrozzeria venne rivista e nacque la Disco Volante "fianchi stretti". Nascerà anche una versione spider, tra questi esemplari due montavano il 6 cilindri da 230cv progettato da Busso, che aumentava il peso da 735 a 760 kg ma che migliorò notevolmente anche le prestazioni. I cavalli passano dai 158 originali a 230, e la velocità massima da 220 km/h a 240 km/h.


2000 SPORTIVA

La 2000 Sportiva si fa vedere per la prima volta nel 1954 e nasce come una coupè dalle prestazioni brillanti, utilizzabile anche nelle corse e di stretta derivazione dalla 1900. Dal 1954 al 1956 si parla di accantonare il progetto per i costi eccessivi, e al Salone di Torino fa la sua ultima apparizione. Il motore è il classico 1997 con 138cv che spingevano la Sportiva a 220 km/h anche grazie al peso contenuto di circa 900 kg.  Tutti e quattro gli esemplari sono carrozzati Bertone, divisi in 2 spider e due coupè. L'idea di legare il suo nome alle corse e nello specifico ai gentlemen driver non ebbe successo.














GIULIA SPRINT GTA

Per ottenere l'omologazione alla categoria Turismo Gruppo 2 l'Alfa aveva bisogno di produrre almeno 500 esemplari della vettura stradale dalla quale deriverà quella da corsa. Nasce così la Giulia Sprint GTA dove A sta per alleggerita ed il processo coinvolge la sostituzione della carrozzeria in acciaio in una in Peraluman 25, cerchi in magnesio, ed eliminazione di superfici antirombo che fanno scendere il peso da 950 kg a circa 740 kg. Viene modificato anche il bialbero 1570 che adotta adesso delle candele di maggiore dimensione posizionate sui lati esterni del motore. La potenza raggiunge quindi i 115cv e la velocità massima sale oltre i 185 km/h. L'elaborazione per le corse porterà la potenza ad uno step successivo. L'Autodelta infatti farà crescere la potenza a 170cv, assicurando un grande successo in tutte le competizione alle quali la GTA parteciperà.  Le caratteristiche della GTA da corsa non comprendono solo modifiche al motore ma anche una ulteriore riduzione di perso legata alla riduzione del paraurti, sostituiti dalle prese d'aria dinamiche.


CARABO
La Carabo vide luce dal telaio della 33 stradale, era una dream car da esposizione a tutti gli effetti. Disegnata da Gandini (Bertone), aveva porte ad apertura verticale, vetri con un particolare effetto a specchio e ed una linea cuneo che di li a poco avrebbe ispirato molti produttori di vetture sportive. La Carabo infatti fu una delle progenitrici della stupenda Lamborghini Countach. Il motore era un 1995 da 230cv V8 che spingeva la vettura ad appena 185 km/h.














33 STRADALE
Nel 1967 l'Alfa Romeo produsse uno dei modelli più belli e performanti di sempre: la 33 Stradale. Inizialmente la produzione prevedeva 50 esemplari (quindi una serie ultra limitata) ma alla fine furono prodotti solo 18 telai ed altrettante vetture. L'idea era quella di creare una vettura di serie identica o quasi alle versioni da competizione, e l'Alfa ci riuscì. Il design porta la firma di Franco Scaglione e del designer Marazzi costretti a seguire passo dopo passo la produzione a mano per scarsa preparazione della manodopera. Il passo del telaio della 33 Sport viene allungato di 10 cm, rinforzato e adattato alle dotazioni stradali. Anche il poderoso V8 venne lievemente depotenziato per renderlo più docile e gestibile su strada. La potenza raggiungeva comunque i 230 cv sufficienti per spingere i 700kg della 33 a 260 km/h. Venne prodotta dall'Autodelta, che prometteva la consegna della vettura dopo un mese dalla prenotazione al prezzo di 9.500.000 , prezzo elevatissimo all'epoca per una vettura. Solo 12 dei 18 esemplari vengono venduti a privati, i restanti 6 verranno utilizzati per le dream cars di Bertone, Pininfarina, ed Italdesign.