Ciao a tutti, in questo nuovo post legato al Museo Alfa Romeo, vorrei parlarvi di qualche vettura particolare e maggiormente significativa. L'ultima vettura descritta è stata la 164, che seppur non recentissima è comunque piuttosto vicina ai giorni nostri. Non parlerò quindi, almeno per ora di vetture come la 166, o la 147 che seppur importanti per la storia del marchio sono alla portata di tutti e molto comuni per parlarne in dettaglio. Tra l'altro auto come la 147 non erano neanche presenti al Museo e quindi mi limiterò a parlare delle vetture presenti come ho fatto fino a questo momento.
1900 C52 DISCO VOLANTE

Nel 1952 Gioacchino Colombo progettò una delle vetture più particolari mai create: la "Disco Volante". La base di partenza è la 1900 Sprint anche se numerose sono le modifiche, che spaziano dal telaio tubolare al motore 1997 bialbero completamente riprogettato. Tutta la carrozzeria verrà realizzata da Touring, che dona alla vettura una forma schiacciata e rotondeggiante al fine di migliorare l'aerodinamica in qualsiasi condizione d'utilizzo. Quindi parte della progettazione vede il suo sviluppo nella galleria del vento, che conferma le sensazioni positive che gli ingegneri. Ma non tutto rappresenta un vantaggio: la stessa carrozzeria infatti , così curata aerodinamicamente, sporgeva lateralmente oltre il limite del passaruota, aumentando notevolmente la larghezza della vettura. Così nel giro di un anno la carrozzeria venne rivista e nacque la Disco Volante "fianchi stretti". Nascerà anche una versione spider, tra questi esemplari due montavano il 6 cilindri da 230cv progettato da Busso, che aumentava il peso da 735 a 760 kg ma che migliorò notevolmente anche le prestazioni. I cavalli passano dai 158 originali a 230, e la velocità massima da 220 km/h a 240 km/h.
2000 SPORTIVA
La 2000 Sportiva si fa vedere per la prima volta nel 1954 e nasce come una coupè dalle prestazioni brillanti, utilizzabile anche nelle corse e di stretta derivazione dalla 1900. Dal 1954 al 1956 si parla di accantonare il progetto per i costi eccessivi, e al Salone di Torino fa la sua ultima apparizione. Il motore è il classico 1997 con 138cv che spingevano la Sportiva a 220 km/h anche grazie al peso contenuto di circa

900 kg. Tutti e quattro gli esemplari sono carrozzati Bertone, divisi in 2 spider e due coupè. L'idea di legare il suo nome alle corse e nello specifico ai gentlemen driver non ebbe successo.
GIULIA SPRINT GTA

Per ottenere l'omologazione alla categoria Turismo Gruppo 2 l'Alfa aveva bisogno di produrre almeno 500 esemplari della vettura stradale dalla quale deriverà quella da corsa. Nasce così la Giulia Sprint GTA dove A sta per alleggerita ed il processo coinvolge la sostituzione della carrozzeria in acciaio in una in Peraluman 25, cerchi in magnesio, ed eliminazione di superfici antirombo che fanno scendere il peso da 950 kg a circa 740 kg. Viene modificato anche il bialbero 1570 che adotta adesso delle candele di maggiore dimensione posizionate sui lati esterni del motore. La potenza raggiunge quindi i 115cv e la velocità massima sale oltre i 185 km/h. L'elaborazione per le corse porterà la potenza ad uno step successivo. L'Autodelta infatti farà crescere la potenza a 170cv, assicurando un grande successo in tutte le competizione alle quali la GTA parteciperà. Le caratteristiche della GTA da corsa non comprendono solo modifiche al motore ma anche una ulteriore riduzione di perso legata alla riduzione del paraurti, sostituiti dalle prese d'aria dinamiche.
CARABO


La Carabo vide luce dal telaio della 33 stradale, era una dream car da esposizione a tutti gli effetti. Disegnata da Gandini (Bertone), aveva porte ad apertura verticale, vetri con un particolare effetto a specchio e ed una linea cuneo che di li a poco avrebbe ispirato molti produttori di vetture sportive. La Carabo infatti fu una delle progenitrici della stupenda Lamborghini Countach. Il motore era un 1995 da 230cv V8 che spingeva la vettura ad appena 185 km/h.
33 STRADALE


Nel 1967 l'Alfa Romeo produsse uno dei modelli più belli e performanti di sempre: la 33 Stradale. Inizialmente la produzione prevedeva 50 esemplari (quindi una serie ultra limitata) ma alla fine furono prodotti solo 18 telai ed altrettante vetture. L'idea era quella di creare una vettura di serie identica o quasi alle versioni da competizione, e l'Alfa ci riuscì. Il design porta la firma di Franco Scaglione e del designer Marazzi costretti a seguire passo dopo passo la produzione a mano per scarsa preparazione della manodopera. Il passo del telaio della 33 Sport viene allungato di 10 cm, rinforzato e adattato alle dotazioni stradali. Anche il poderoso V8 venne lievemente depotenziato per renderlo più docile e gestibile su strada. La potenza raggiungeva comunque i 230 cv sufficienti per spingere i 700kg della 33 a 260 km/h. Venne prodotta dall'Autodelta, che prometteva la consegna della vettura dopo un mese dalla prenotazione al prezzo di 9.500.000 , prezzo elevatissimo all'epoca per una vettura. Solo 12 dei 18 esemplari vengono venduti a privati, i restanti 6 verranno utilizzati per le dream cars di Bertone, Pininfarina, ed Italdesign.
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