sabato 5 marzo 2016

Museo Storico Alfa Romeo. 2^ parte

Ciao a tutti dopo aver parlato della prima parte è il momento di aggiungere la seconda. Se fino a questo momento le vetture descritte risultano lontane dal nostro presente (e anche dalla nostra moderna concezione di automobili) ora ci avviciniamo a vetture che hanno fatto la storia del marchio anche per i più "giovani". Buona lettura..

GIULIETTA

Dopo la presentazione della versione Sprint (ovvero la coupè del 1954), nel 1955 finalmente vede la luce la Giulietta berlina, definita da tutti la "fidanzata d'Italia". La sua produzione non fu semplice, non poche furono le difficoltà che gli addetti ai lavori dovettero affrontare, ma al momento della presentazione al Salone di Torino del 1955 dubbi e preoccupazioni passarono definitivamente in secondo piano. Le varie versioni raggiunsero i 177513 esemplari. L'impostazione meccanica estremamente simile alla 1900 con il quattro cilindri bialbero e il raffinato sistema sospensioni le garantiscono ottime prestazioni, introducendo nella sua categoria di vetture delle prestazioni fino ad allora sconosciute. I 53 cv del 1290cc raggiungono quota 62cv nel 1961, il che si traduce in un ulteriore incremento delle prestazioni. La versione TI, che identificava la versione più potente, prese parte con successo a numerose gare in salita e rally. Si distingueva dagli altri esemplari per le modifiche estetiche e i miglioramenti al motore. Dopo alcuni restyling (il più importante nel 1961) usci di scena nel 1963. Curiosità del nome Giulietta : la "leggenda " narra che durante il Salone di Parigi del 1950 (anno della presentazione della 1900) una delegazione di 8 dirigenti Alfa Romeo si riunì in un noto locale parigino, assistendo loro "malgrado" all'esibizione poetica ma soprattutto scherzosa di un poeta burlesco russo, che indirizzo nei loro confronti la frase : "vedo otto Romeo, ma neanche una Giulietta". Anni dopo, quando si ritrovarono a scegliere il nome per la nuova vettura, si ricordarono di quell'episodio e decisero di chiamare Giulietta la futura Alfa.




2600 SPRINT
Nel 1962 la matita di Giorgio Giugiaro sforna la 2600 Sprint, che anticipa il futuro design del marchio. Il motore è il classico 6 cilindri utilizzato anche negli anni precedenti, ma con tre carburatori a doppio corpo ed una potenza di 145 cv. Inizialmente il modello prevedeva un cambio a 5 marce e i freni solo all'anteriore, ma successivamente vennero montati su tutte e quattro le ruote. Le dimensioni generose lascerebbero pensare ad una vettura piuttosto impacciata ma in realtà l'esperienza maturata dall'Alfa Romeo nelle corse le aveva permesso di creare una vettura con un'ottima messa a punto. Purtroppo però proprio le dimensioni ne impedirono il successo nelle competizioni, in quanto la vettura era più votata al granturismo che alla prestazione in se per se. Grande però fu il successo che riscosse come "pantera" delle Forze dell'Ordine, grazie alle brillanti prestazione e all'abitacolo comodo e spazioso.






GIULIA

Nel 1962 con il compito di sostituire l'ormai datata Giulietta, venne presentata la Giulia. Dal punto di vista meccanico si rivelò subito all'avanguardia con un 4 cilindri di stampo aeronautico (1570), le sospensioni molto sportive con lo schema a quadrilateri sovrapposti, e un impianto frenante che vede inizialmente dei tamburi in alluminio e successivamente 4 freni a disco. Anche dal punto di vista estetico al Giulia si rivelava molto sportiva, accattivante ma anche efficiente. La sua progettazione infatti faceva spesso "visita" alla galleria del vento, al fine di ottenere un cx particolarmente basso, intorno ai 0,34. Raggiungeva una velocità non lontana dai 180 km/h risultando così la più veloce della sua categoria. Molte furono le versioni che videro la luce nel corso degli anni, la 1300, la 1600, la GTA Scalino, la Super e Nuova Super, senza dimenticare le immancabili versioni delle Forze dell'ordine, presenti anche in numerose pellicole dell'epoca.








MONTREAL




Presentata per la prima volta all'Expo Canada, la Montreal riscuote immediatamente un grande successo nel pubblico e nella critica a tal punto da spingere l'Alfa Romeo a produrre subito la vettura disegnata da Bertone. Inizialmente l'intenzione degli ingegneri era quella di dotare ma Montreal di un motore quattro cilindri bialbero, ma fin da subito decidono per incompatibilità di orientarsi verso un più potente e performante V8 da 2593cc e 200cv, dotato di una raffinatissima iniezione meccanica, motore che si rivelerà molto elastico e straordinariamente piacevole da guidare in ogni condizione. Il telaio ricalca fedelmente quello della Giulia con mirate accortezze che ne rendono l'assetto più rigido, e i freni più potenti. Un altro problema però si frappose tra la messa in commercio e la presentazione in quanto non era disponibile in casa nessun cambio che si sposasse pienamente con lo spirito e le prestazioni della vettura. Il problema venne risolto montando un cambio ZF a 5 rapporti, robusto e performante. La linea esterna era impreziosita notevolmente dal rigonfiamento sul cofano che simulava una presa d'aria, e dalle originalissime palpebre sui fari anteriori, che grazie ad un meccanismo pneumatico possono ritrarsi a richiesta. Qualche anno dopo la commercializzazione (1970) ovvero nel 1972, l'anteriore venne impreziosito da uno spoiler con funzione sia estetica che dinamica.Nonostante le ottime prestazioni confermate dai 220 km/h di velocità massima, la Montreal non ebbe una grande carriera nella corse. Ne furono prodotti circa 3925 esemplari, ancora oggi rimane una delle Alfa più belle di tutti i tempi e vi assicuro che dal vivo è a dir poco mozzafiato.


A presto per la terza parte :).....















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