29 Febbraio, ore 12:00. Solitamente non porto particolare attenzione verso le date o gli orari, ma questa volta complice anche l'anno bisestile, non posso fare a meno di ricordare. Oggi, dopo averci rinunciato un'infinità di volte, finalmente visiterò il Museo Storico Alfa Romeo. Fuori piove, e come spesso accade ultimamente, il grigio non ne vuole sapere di cedere il posto ad un po' di azzurro. Sono ancora nel traffico, ma mai come questa volta ne pioggia ne traffico possono intaccare il mio umore. I tergicristalli oscillano veloci, ma non a tal punto da tenere il ritmo dei miei pensieri. Pregusto già quante meraviglie su quattro ruote avrò modo di vedere oggi, ma non potevo di certo immaginare che a prescindere dalla loro bellezza, qualcos'altro avrebbe attirato la mia attenzione come mai era successo prima. Per ogni vero appassionato di automobili l'atmosfera che si respira qui dentro è un qualcosa alla quale non ci si abitua mai. Ha tutto un fascino diverso da quello che la vettura in se per se suscita in chi la osserva o la guida quotidianamente. Sarò esagerato, ma per me, già l'ingresso è qualcosa di esaltante. Prima ancora di fare il biglietto infatti, ad accogliermi c'è una splendida 4c spider di colore bianco, che in tutta la sua sportività si "pavoneggia" rotando sulla sua piattaforma. Parlerò di lei più tardi. In questo post infatti vorrei in parte riassumere la storia delle vetture presenti al Museo. Naturalmente sarebbe difficile parlare di tutte nello specifico, quindi ho selezionato quelle che secondo me sono le più rappresentative del mondo Alfa Romeo dal 1910 ad oggi. Ma prima di iniziare vi allego il
link del video postato su YouTube, così, contemporaneamente alla lettura, se volete, potete in prima persona fare un tour all'interno del Museo così come ho fatto io. Dal punto di vista strutturale ed organizzativo il museo è fantastico, s'intraprende un viaggio cronologico dagli albori del marchio e si conclude nel presente visitando lo showroom. Il tutto snodato su diversi piani, che a seconda del contesto si dimostrano interessanti e variegati, con precisi richiami al presente e al passato, e descrizioni accurate per ogni modello. Non manca inoltre un alto tasso di tecnologia, dal cinema 4D, all'esperienza virtuale con l'Oculus Rift che ci proietta sul sedile passeggero di una 4c spider guidata in pista a Balocco. Ma veniamo alle autovetture.
ALFA ROMEO 24 HP
La prima dell'esposizione è anche la prima nata del marchio del biscione. All'epoca l'Alfa Romeo si chiamava Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, e la prima vettura del piccolo gruppo milanese fu proprio la 24HP, presentata il 1° Gennaio 1910. In un momento storico in cui molte della auto presenti erano quasi delle carrozze a motore, l'Alfa aveva creato una delle vetture con un sistema di trasmissione estremamente raffinato, con cambio a quattro marce più retromarcia collegato alle ruote tramite un particolare albero di trasmissione. Fu progettata da Ugo Stella e Giuseppe Merosi, e fu la prima vettura con il marchio ALFA su radiatore.
Ne vennero costruiti più o meno 200 esemplari fino al 1913, alcuni dei quali destinati all'esercito italiano (1° Guerra Mondiale), quando Nicola Romeo decise di sospendere la produzione e destinare gli impianti ad altri scopi. Dal punto di vista meccanico la 24 Hp aveva un motore in ghisa da 4084 cc, 42 cv e raggiungeva i 100km/h di velocità massima. La versione "Corsa" ( aperta e con solo due posti) era notevolmente alleggerita, circa 865kg invece dei quasi 1000 kg della versione standard. Ha partecipato a numerose competizioni, la più rappresentativa fu la Targa Florio 6° edizione del 1911 che non vide nessuna delle due Alfa sul podio ( Franchini - Ronzoni) , ma verrà ricordata per il miglior tempo sul giro fatto segnare dal pilota Franchini con al suo fianco come meccanico Campari.
ALFA ROMEO 15 HP
Contemporaneamente alla commercializzazione della 24HP, dalla mano di Morosi, nacque la sua sorella minore, la 15HP, in commercio dal 1911 al 1915 in tre serie differenti. Rispetto alla sorella maggiore il telaio venne alleggerito e accorciato, al fine di creare un modello differente da inserire in una gamma composta da due sole vetture. Meccanicamente sono molte le differenze. Il motore ha una cilindrata di 2413cc, circa la metà di quello della 24HP, e la trasmissione con solo 3 marce e una frizione a cono. Il modello nacque inizialmente con il nome di 12 HP (22 cv), nel 1912 venne rinominata 15HP con 25 cv , cambio a 4 marce, frizione multidisco, e freno sulla trasmissione. Nel 1915 vide la luce la versione definitiva, la 15-20 HP con circa 28cv, frizione a disco singolo, carreggiate allargate ed una velocità massima di 100 km/h. Vennero prodotte circa 330 vetture, al prezzo di 9500 lire.
ALFA ROMEO 6C 1750 GRAN SPORT
Prodotta dal 1930 al 1931 (ma in soli 6 esemplari), è la sostituta della 6C Super Sport , dalla quale differisce in quanto adotta un nuovo compressore e un carburatore a doppio corpo. La potenza viene portata da 85cv a 102cv, con un notevole incremento delle prestazioni che raggiungono adesso i 170km/h. Fa il suo debutto ufficiale alla Mille Miglia del 1930, dove sbaraglia la concorrenza piazzandosi ai primi quattro posti con le quattro vetture affidate a Nuvolari, Varzi, Campari e Ghersi. Questa edizione della Mille Miglia è ricordata dagli appassionati per il sorpasso a fari spenti di Nuvolari a Varzi, poi smentito dal copilota di Nuvolari. Sta di fatto che ancora una volta Alfa Romeo conferma la sua superiorità nelle competizioni, cosa che farà della 6C 1750 GS una vera icona. Il sei cilindri 1750 disegnato da Jano rimarrà impresso nel cuore degli alfisti, e recentemente è stata riproposta la stessa cilindrata per i motori più performanti montati su Giulietta Quadrifoglio Verde (da pochi giorni rinominata Veloce) e su 4C.
6C 2300 B
La 6c 2300B nacque nel 1935 grazie a Vittorio Jano, e rispecchia il periodo storico italiano fatto di povertà dovuta alle sanzioni imposte dopo la guerra in Etiopia, essendo sobria ed economica se paragonata alla serie precedente. Fu costruita in collaborazione con la Carrozzeria Castagna, che le ha donato un design esterno particolarmente accattivante. Sospensioni indipendenti, anteriori con bracci trasversali e posteriori a ponte pendolare ,ammortizzatori idraulici e sistema frenante con sistema idraulico ne fanno una delle vettura più innovative dell'epoca. Nelle diverse versioni la potenza è passata da 68 cv a circa 95 cv. Nonostante tutte le buone premesse, non ebbe mai un grande successo, ma fortunatamente Alfa Romeo ricevette un grande aiuto dal Governo italiano , che ne acquistò un consistente lotto come vettura di rappresentanza.
6C 2500 FRECCIA D'ORO
Lo stabilimento Alfa riprende faticosamente la produzione dopo i bombardamenti che lo avevano parzialmente distrutto, così nel 1947 nacque la 6C 2500 , che eredita molti dei componenti della 6c del 1939. Entrambe molto simili, si differenziano per la calandra a trilobo, e lo scudetto leggermente ridisegnato, con una forma più sottile. Ne fa una versione Cabriolet ed una berlina anche Pininfarina, e nel 1947 nasce la definitiva Freccia d'oro derivata dalla Sport. La potenza raggiunge 90 cv nel 1947 (155 km/h) e 93 cv nel 1949 con molte migliorie estetiche. Lo scudetto diventerà l'indiscusso simbolo distintivo del marchio. Ne furono prodotte circa 680 esemplari fino al 1949.
1900
La 1900 è considerata la vera pietra miliare del marchio milanese, è la prima vera produzione di massa, che non dimentica l'identità sportiva dell'Alfa Romeo. Scocca autoportante e motore quattro cilindri bialbero ne fanno fin dalla sua progettazione nel 1948 una vettura anticonformista, tant'è che inizialmente si guadagnò le critiche del pubblico per aver abbandonato i sei cilindri. Le prestazioni sono di rilievo per una berlina, con 90cv scaricati sulle ruote posteriore, che spingono la 1900 a 150 km/h in tutta sicurezza, , merito anche del reparto sospensioni curato dall'ingegnere Giuseppe Busso. Da questa prima versione ne seguirono alcune "speciali" come la Disco Volante, la Ghia (sviluppata con la consulenza di Carlo Abarth), la Sprint SS e la Coupè SS. La 1900 venne anche utilizzata come "volante" della Polizia guadagnandosi il nome Pantera per via del muso che ricordava quello del famoso felino.
Ne furono prodotte circa 400 per la Polizia, con accortezze quali: doppio parabrezza antisfondamento, faro esterno orientabile, tettuccio apribile con feritoia posteriore che consentiva di sparare mantenendo la posizione eretta, motore blindato, gomme rinforzate, e ricevitore radio per rendere più agevoli le comunicazioni. Per quanto riguarda la versione Sprint, le più grandi differenze riguardano l'accorciamento del passo, le modifiche al reparto motore che passa in prima fase a 100cv e poi a 115 cv con prestazioni
notevolmente migliorate (180 km/h) e l'adozione di un nuovo cambio a 5 marce. Tra le versioni più importanti compare la Zagato , che metteva in mostra la sua aggressività senza nascondere le particolari soluzioni aereodinamiche. Tra le versioni normali e le edizioni particolari ne vennero prodotte 17243 dal 1950.
TO BE CONTINUED ......................