lunedì 7 dicembre 2015

Aprica, prime impressioni e pronostici sfatati



Aprica vista dall'alto (©ErmannoCeccherini)



Ciao a tutti, oggi vorrei parlarvi della località che ho scelto per trascorrere il ponte dell'Immacolata(sempre se così posso definirlo). Solo qualche giorno fa ero a Pavia, impegnato nella ricerca di un posto possibilmente in montagna e che fosse una via di mezzo tra il rilassante e l'affascinante. Dopo la classica ricerca sui siti più blasonati, e dopo aver definito un budget piuttosto contenuto (sono uno studente universitario quindi meno spendo meglio è :) ), ho trovato quella che a mio avviso si presentava come la scelta più interessante in relazione alle mie richieste: Aprica. Per chi non conoscesse Aprica (io non la conoscevo prima di qualche giorno fa), si tratta di un paesino in provincia di Sondrio sulle Alpi Orobie. Come spesso mi piace fare sono partito ,in dolce compagnia e  dopo aver prenotato l'albergo, ma completamente sprovvisto di qualsiasi informazione. Al costo di sembrare uno sprovveduto, preferisco sempre avere poche informazioni sui posti che visiterò al fine di scoprire piano piano tutto o quasi tutto quello che la località stessa ha da offrire. Una volta raggiunta Aprica ci siamo sistemati all'Hotel Derby, a due passi dall'impianto di risalita del Palabione. Non conoscendo Aprica ignoravo che quest'ultima è meta non solo di semplici turisti come il sottoscritto ma anche di sciatore ed escursionisti che la scelgono per la varietà che i suoi paesaggi possono offrire. Naturalmente c'è una sola pista innevata al momento, ma è quel tanto che basta per soddisfare chi ha voglia di sciare. Infatti è molto frequente vedere per strada delle persone o delle famiglia in tenuta da sci pronte a prendere la seggiovia dell'impianto di risalita che di li a poco li condurrà alla pista. Non essendo sciatore, rinuncio quasi subito alla tentazione di salire sulla vetta del "monte innevato" che ho di fronte, che sicuramente mi avrebbe regalato un panorama unico della vallata sottostante. Ma è una rinuncia solo momentanea perché so bene che nei prossimi giorni la tentazione sarà troppa per desistere nuovamente.  Così decido di trascorrere il mio pomeriggio a curiosare per le strade del paesino, che mi stupisce immediatamente perché seppur piccolo presenta ogni tipo di attività immaginabile. Spa, ristoranti, bar, cinema, supermercati, e altro ancora sono facilissimi da raggiungere, segno che nonostante i pochi abitanti, qui il turismo fa da padrone e le attività crescono di conseguenza. Da un paese di montagna mi aspettavo un clima decisamente più freddo ma i miei sensi mi suggeriscono il contrario. Sto però dimenticando il fattore sole, che gioca un ruolo importantissimo, e non appena si nasconde dietro i monti rivela il lato freddo di Aprica, che però contribuisce a creare un ambiente suggestivo e ovattato, che pochi posti possono vantare. Decido di curiosare ancora un po, sono affascinato dallo stile delle case, tutte in legno e tipicamente "alpine", la sensazione predominante è che tutto sia esattamente dove dovrebbe essere. non una carta fuori posto, non un'aiuola abbandonata a se stessa. Passeggiando per la strada principale mi imbatto in una fontana con la base completamente ghiacciata, che sembra quasi volermi ricordare quanto adesso la temperatura stia scendendo. Decido allora, complice anche una fastidiosa influenza, di rintanarmi in un bar per bere un the caldo. E proprio questa scelta si rivela piuttosto azzeccata in quanto sento delle persone parlare di un Osservatorio Eco Faunistico proprio qui ad Aprica. Decido di volerne sapere un po di più, inizio a cercare online maggiori informazioni, vorrei visitarlo ma non vorrei dar modo alla mia influenza di approfittare di questa mia decisione, e quindi preferirei organizzare la gita tra un paio di giorni. Non riuscendo però online ad organizzare il tutto nel modo migliore, spinto dai consigli del barista, decido di affrontare il freddo e di prolungare la mia passeggiata fino ad un centro informazioni. Una volta entrato, una signora molto gentile mi accoglie pronta a soddisfare le mie curiosità sull'Osservatorio, ma il mio entusiasmo precipita quando mi dice che alle 8.45 dell'indomani mattina sarebbe partita l'ultima visita guidata. Una delle maggiori attrazioni dell'Osservatorio è un orso che a breve andrà in letargo quindi le visite si interrompono in questo periodo invernale. Da un lato mi ritengo sfortunato perché su due piedi dovrei rinunciare, ma dall'altro lato sono contento che l'orso sia ancora "sveglio" e l'Osservatorio ancora aperto. Decido quindi di invertire il pronostico del giorno dopo che mi vedeva a riposo a rimpiangere questa possibilità quasi unica, e senza perdere troppo tempo  mi aggiungo alla lista dei visitatori. Alla faccia dell'influenza. Domani sarò li armato di macchina fotografica e medicine, e anche se porterò con me decine di fazzoletti, so in cuor mio che ne vale la pena. Ermanno batte influenza 1-0.
Ho già postato in un altro post una minima parte delle foto dell'Osservatorio. Presto scriverò un post specifico così da descrivere un po meglio questa esperienza.  Alla prossima .. Ciao :)

Nessun commento:

Posta un commento